Materiali di approfondimento > Il Sistema Nervi
Il Sistema Nervi
Il Sistema Nervi è un insieme di soluzioni tecniche che definiscono un nuovo modo di costruire, economico e rapido. Economico perché elimina, nella realizzazione del cemento armato, le casseforme di legno, costose e non recuperabili, e poi perché riduce le spese per i materiali, limitando gli spessori degli elementi resistenti (diminuendo quindi i pesi morti).
Rapido perche divide il cantiere in due settori autonomi, dove gli operai possono lavorare in parallelo: da una parte il cantiere in opera, dove si eseguono gli scavi, si realizzano le fondazioni, i pilastri e tutte le parti gettate;
dall'altra, il cantiere di prefabbricazione, dove si preparano i pezzi che serviranno a comporre le strutture. I pezzi sono piccoli e leggeri e si spostano con facilità al sito di stoccaggio e poi al cantiere in opera, che sono sempre contigui.
Un esempio di applicazione del sistema è il cantiere del Palazzetto dello Sport. Nervi progetta una cupola con nervature incrociate, che disegnano tanti rombi a lati curvilinei, staticamente perfetta.
Con il cemento armato ordinario sarebbe troppo costosa da realizzare, perché occorrerebbe una cassaforma di legno molto complicata. Nervi, invece, divide la struttura in tanti tavelloni romboidali, di pochi tipi diversi, che accostati, come i pezzi di un puzzle, restituiscono il disegno complessivo.
I pezzi romboidali sono leggeri e per tenerli in posizione basta un ponteggio metallico. I tavelloni funzionano da cassaforma a perdere perchè risvoltano sui bordi in modo da formare, affiancati, i canali per il getto in opera delle nervature.
I tavelloni sono realizzati di ferrocemento, materiale leggero, sagomabile e poco costoso. Possono essere prefabbricati a terra, molto rapidamente. A tale scopo Nervi usa lo stratagemma di una sequenza di matrici: "nonna, mamma, figlia". Su una dima di legno, geometricamente identica all'inviluppo interno di uno spicchio della calotta sferica, lisciata con il cemento, si tracciano gli assi dei rombi e si realizzano 13 sagome di mattoni, che riproducono il calco interno della cupola nervata.
Su ciascuna di questa sagome si confeziona un prototipo di tavellone in ferrocemento. Il prototipo, chiamato "nonna", non viene impiegato direttamente nella costruzione ma viene usato come controforma per realizzare 3-4 sagome di ferrocemento, dette "mamme", di forma perfettamente identica a quelle di mattoni.
Sulle "mamme", più squadre di operai possono lavorare contemporaneamente, al riparo di una tettoia, producendo 108 "figlie", pezzi di ferrocemento uguali alle "nonne" destinati a comporre la cupola. Gli operai producono, nei momenti di maggior attività, fino a 30 tavelloni romboidali al giorno, che vengono accatastati ordinatamente.
Nel frattempo, nel cantiere in opera si prepara il giro completo dei cavalletti e in pochi mesi si può montare l'intera cupola.
I Brevetti
Nella sua lunga carriera Pier Luigi Nervi deposita più di 40 brevetti: alcune di queste invenzioni proteggono il suo originale modo di costruire, il "Sistema Nervi".
Brevetto n. 377969 (1939): la "prefabbricazione strutturale". L'idea è quella di scomporre le grandi strutture in cemento armato in piccoli pezzi, da preparare fuori opera e poi ricongiungere in opera mediante getti di cemento ad alta resistenza nei giunti. Il brevetto viene concepito e usato per la prima volta nella seconda serie di aviorimesse di Orvieto.
Brevetto n. 429331 (1944): il "ferrocemento" (depositato la prima volta nel 1943 con due completivi successivi). Il ferrocemento nasce durante il periodo dell'autarchia, quando in Italia l'impiego del cemento armato viene proibito perché non "italico" (l'acciaio per i tondini e il legno per le casseforme venivano infatti importati dall'estero). Nervi, che ha sempre lavorato solo con questo materiale, inventa una soluzione alternativa, modificando le proporzioni tra il cemento e l'armatura. Predispone molti strati di reti metalliche sottili, quasi "da pollaio", e poi vi spalma sopra un conglomerato di cemento ad alta resistenza e sabbia, ottenendo solette di 2-3 centimetri di spessore. Il nuovo materiale si dimostra molto resistente, elastico, duttile, isotropo, praticamente omogeneo, leggero e straordinariamente sagomabile in forme qualsiasi e soprattutto, eccezionalmente economico.
Brevetto n. 445781 (1949): il "concio d'onda". La particolare sagomatura ondulata, ottenibile facilmente con il ferrocemento, consente di sfruttare la resistenza per forma invece che per massa, con conseguenti grandi economie di materiale.
Brevetto n. 465636 (1950): il "tavellone romboidale" e il sistema "nonna, mamma, figlia" I tavelloni sono di ferrocemento e funzionano come casseforme a perdere per il getto delle nervature. Il brevetto comprende in parte il processo generativo, cioè la sequenza "nonna, mamma, figlia" che garantisce grandi economie di tempo in cantiere.