Il Percorso creativo di Pier Luigi Nervi attraverso 13 Opere - Schede informative
Torre della Borsa, Montréal, 1961-1965
La Torre della Borsa di Montréal è uno dei quatto grattacieli realizzati da Nervi: il Pirelli (1955-1958) a Milano con Gio Ponti, e, a Sydney con Harry Seidler, il MLC Centre (1971-1977) e l’Australia Square (1963-1965).
Alla fine degli anni cinquanta, Montréal attirava molti investitori canadesi e stranieri. La Webb & Knapp stava costruendo la Place Ville-Marie (1957-1966) su progetto di Ieoh Ming Pei mentre la più importante impresa di costruzione italiana, la Società Generale immobiliare, associata alla Banque Mercantile du Canada aveva incaricato Luigi Moretti e Nervi per la nuova sede della Borsa a place Victoria.
Il primo progetto, diffuso nell’agosto 1961, era dei più ambiziosi: tre torri di 51 piani a pianta quadrata collocate in diagonale si elevavano sopra un basamento di quattro piani fuori terra. Il progetto finale, rivisto per ragioni di carattere geologico, normativo e commerciale, e datato novembre 1962, finisce per comprendere soltanto due torri gemelle di 48 piani e 190 metri di altezza situate sulla parte iniziale dell’isolato e separate da un edificio basso. Solo una delle due torri sarà costruita ma il cantiere sarà rapidissimo, appena 351 giorni!
Nervi e Moretti, in modo molto diverso, condividono la convinzione che la struttura debba essere la base dell’architettura. Esponendo l’ossatura in facciata, Nervi diversifica e gerarchizza gli elementi. La torre, avvolta da una facciata continua leggera in vetro e alluminio, è dominata in termini espressivi dalla presenza incisiva dei pilastri che si elevano da terra a ogni angolo e dalla geometria complessa del suo volume al tempo stesso panciuto e affusolato. La struttura portante, costituita da un nucleo centrale collegato ai quattro pilastri angolari da tre gigantesche travi reticolari al quinto, diciannovesimo e trentaduesimo piano, è studiata per rendere l’ossatura meno ingombrante e più resistente alle tensioni provocate dalla pressione laterale del vento e dalle scosse dei terremoti. Questo schema fu magistralmente impiegato da Moretti che lo sfruttò per porre in risalto la verticalità della torre, e per dare al fusto un ritmo interamente classico, allontanandosi così dal modello del grattacielo prismatico.
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