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DUE SISTEMI STRUTTURALI FONDAMENTALI: IL TRILITE E L’ARCO
Il sistema trilitico e l’arco (con i relativi piedritti) sono i due metodi costruttivi maggiormente usati nella storia delle costruzioni. Dell’arco si è accennato nella scheda generica n. 02; anche il trilite, però, è facilmente riconoscibile: esso è costituito da una trave e due colonne sulle quali questa viene poggiata. Ma come si comportano, dal punto di vista sollecitazionale, questi due sistemi? Arco e trave sono molto simili, ma al contempo opposti: la trave è soggetta a flessione e l’arco a compressione; tuttavia, immaginiamo di piegare una trave sempre di più, facendola assomigliare dapprima ad un arco con freccia molto piccola, per poi aumentarne il valore. All’inizio di questo procedimento, lo sforzo di momento flettente sulla trave diminuisce leggermente, ma entra in gioco una piccola quota di compressione. Man mano che la trave diviene curva, la flessione diminuisce e la compressione aumenta, fino a raggiungere una configurazione simile a quella dell’arco a tutto sesto ottimale, dove gli elementi sono solo compressi. Poiché i materiali strutturali, nell’antichità, avevano una resistenza molto maggiore alla compressione piuttosto che alla flessione, potrebbe sembrare scontato che l’arco sia un sistema “migliore” della trave; tuttavia, esso ha il difetto di trasmettere all’appoggio, oltre che delle forze verticali come accade nelle travi, anche delle forze orizzontali, pericolose per la struttura. Per ovviare a questo problema, è possibile procedere in vari modi. Ad esempio, si può curvare ancora di più la” trave deformata”, trasformandola in un arco a sesto acuto, che però ha il difetto di essere molto alto; oppure si può inserire una “catena” alla base dell’arco, cioè un elemento soggetto a sola trazione, che ha il compito di assorbire le forze orizzontali derivanti dalla spinta dell’arco.